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Pietro Andrea Mattioli
Pietro Andrea Mattioli
L'autore del più celebre Erbario della Storia

Pietro Andrea Mattioli nacque a Siena nel 1501, ma crebbe a Venezia dove il padre Francesco esercitava la professione di medico. Studiò a Padova materie umanistiche ma si appassionò fin dall'inizio alle materie scientifiche ed alla medicina, materia nella quale si laureò nel 1523. Da lì si mosse poi a Perugia per seguire il corso di studi in chirurgia del grande magister Gregorio Caravita, quindi si trasferì a Roma dove continuò gli studi medici presso l'Ospedale di Santo spirito e lo xenodochium San Giacomo per gli incurabili. Nel 1527 a seguito del sacco di Roma per mano dei lanzichenecchi lasciò Roma per trasferirsi a Trento dove risiedette per circa un trentennio.

Presto la sua fama di guaritore giunse all'orecchio del principe-vescovo Bernardo Clesio che lo invitò presso il castello del Buon Consiglio offrendogli il posto di consigliere e medico personale. Proprio al Clesio, a cui Mattioli dedicò una delle sue prime opere e cioè il poema in versi Il Magno Palazzo del Cardinale di Trento. Nel 1528 sposò una donna trentina, Elisabetta, della quale non è noto il cognome e dalla quale ebbe un figlio. Cinque anni dopo pubblicò il suo primo libello scientifico il Morbi Gallici Novum ac Utilissimum Opusculum, e iniziò a lavorare alla sua grande opera su Dioscoride che aveva in mente fin dai primi innamoramenti per la medicina. Dopo la morte di Bernardo Clesio nel 1539 cui successe Cristoforo Madruzzo, il quale aveva già un medico, il Mattioli decise di trasferirsi a Cles, dove si ritrovò presto in ristrettezze finanziare. Successivamente si mosse a Gorizia dove praticò la libera professione di medico e continuò a lavorare alla sua traduzione dal greco del De Materia Medica aggiungendovi i suoi Discorsi Commenti, opera che finalmente venne stampata per la prima volta nel 1544 a Venezia, senza illustrazioni, da Nicolò de Bascarini col titolo: Di Pedacio Anazarbeo Libri V della Historia, et Materia Medicinale tradotti in lingua volgare Italiana da M. Pietro Andrea Matthiolo senese medico, con amplissimi discorsi et commenti et dottissime annotationi, et censure del medesimo interprete, più comunemente noto come i Discorsi del Mattioli sul Dioscoride.

Da notare che Mattioli non si limitò soltanto a tradurre l'opera del Dioscoride ma vi aggiunse ampie parti di commento e la descrizione dei risultati di una lunga serie di ricerche su numerose piante dalle proprietà, all'epoca, ancora sconosciute, trasformando i Discorsi in un'opera fondamentale per medici e speziali che venne consultata ed utilizzata per secoli. Nel 1548 il Mattioli nè pubblico una seconda edizione la cui stampa venne affidata alla bottega dei Valgrisi con l’aggiunta del Sesto libro sui rimedi contro i veleni mentre del 1554 è la prima edizione latina, la prima illustrata, con oltre 500 splendide xilografie. Questa edizione venne dedicata dal Mattioli all’imperatore Ferdinando I d’Asburgo che lo volle a Praga come medico personale del suo secondo genito. Durante il periodo di Praga le piccole xilografie vennero reincise dal Liberale e da Wolfgang Meyerpeck in un formato più grande ed esse servirono poi da corredo iconografico per la prima edizione in boero dell’opera stampata nel 1562. Queste xilografie ‘rappresentano l’apice dell’illustrazione botanica di grandi dimensioni del Cinquecento. Esse continuarono ad essere utilizzate anche dopo la diffusione dei primi erbari con incisioni in rame […] I Commentarii di Mattioli, con oltre sessanta edizioni in italiano, latino, ceco, francese, e tedesco furono sicuramente il più popolare e diffuso erbario della seconda metà del Cinquecento’ (Govi, I Classici che hanno fatto l’Italia, Milano, 2010). Mattioli morì di peste al rientro a Trento nel 1578, ma la sua fama resta imperitura e il botanico Robert Brown classificò il genere di piante Matthiola proprio in suo onore.

OPERE DISPONIBILI DI Mattioli Pietro Andrea

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Pietro Andrea Mattioli
Pietro Andrea Mattioli

Pietro Andrea Mattioli nacque a Siena nel 1501, ma crebbe a Venezia dove il padre Francesco esercitava la professione di medico. Studiò a Padova materie umanistiche ma si appassionò fin dall'inizio alle materie scientifiche ed alla medicina, materia nella quale si laureò nel 1523. Da lì si mosse poi a Perugia per seguire il corso di studi in chirurgia del grande magister Gregorio Caravita, quindi si trasferì a Roma dove continuò gli studi medici presso l'Ospedale di Santo spirito e lo xenodochium San Giacomo per gli incurabili. Nel 1527 a seguito del sacco di Roma per mano dei lanzichenecchi lasciò Roma per trasferirsi a Trento dove risiedette per circa un trentennio.

Presto la sua fama di guaritore giunse all'orecchio del principe-vescovo Bernardo Clesio che lo invitò presso il castello del Buon Consiglio offrendogli il posto di consigliere e medico personale. Proprio al Clesio, a cui Mattioli dedicò una delle sue prime opere e cioè il poema in versi Il Magno Palazzo del Cardinale di Trento. Nel 1528 sposò una donna trentina, Elisabetta, della quale non è noto il cognome e dalla quale ebbe un figlio. Cinque anni dopo pubblicò il suo primo libello scientifico il Morbi Gallici Novum ac Utilissimum Opusculum, e iniziò a lavorare alla sua grande opera su Dioscoride che aveva in mente fin dai primi innamoramenti per la medicina. Dopo la morte di Bernardo Clesio nel 1539 cui successe Cristoforo Madruzzo, il quale aveva già un medico, il Mattioli decise di trasferirsi a Cles, dove si ritrovò presto in ristrettezze finanziare. Successivamente si mosse a Gorizia dove praticò la libera professione di medico e continuò a lavorare alla sua traduzione dal greco del De Materia Medica aggiungendovi i suoi Discorsi Commenti, opera che finalmente venne stampata per la prima volta nel 1544 a Venezia, senza illustrazioni, da Nicolò de Bascarini col titolo: Di Pedacio Anazarbeo Libri V della Historia, et Materia Medicinale tradotti in lingua volgare Italiana da M. Pietro Andrea Matthiolo senese medico, con amplissimi discorsi et commenti et dottissime annotationi, et censure del medesimo interprete, più comunemente noto come i Discorsi del Mattioli sul Dioscoride.

Da notare che Mattioli non si limitò soltanto a tradurre l'opera del Dioscoride ma vi aggiunse ampie parti di commento e la descrizione dei risultati di una lunga serie di ricerche su numerose piante dalle proprietà, all'epoca, ancora sconosciute, trasformando i Discorsi in un'opera fondamentale per medici e speziali che venne consultata ed utilizzata per secoli. Nel 1548 il Mattioli nè pubblico una seconda edizione la cui stampa venne affidata alla bottega dei Valgrisi con l’aggiunta del Sesto libro sui rimedi contro i veleni mentre del 1554 è la prima edizione latina, la prima illustrata, con oltre 500 splendide xilografie. Questa edizione venne dedicata dal Mattioli all’imperatore Ferdinando I d’Asburgo che lo volle a Praga come medico personale del suo secondo genito. Durante il periodo di Praga le piccole xilografie vennero reincise dal Liberale e da Wolfgang Meyerpeck in un formato più grande ed esse servirono poi da corredo iconografico per la prima edizione in boero dell’opera stampata nel 1562. Queste xilografie ‘rappresentano l’apice dell’illustrazione botanica di grandi dimensioni del Cinquecento. Esse continuarono ad essere utilizzate anche dopo la diffusione dei primi erbari con incisioni in rame […] I Commentarii di Mattioli, con oltre sessanta edizioni in italiano, latino, ceco, francese, e tedesco furono sicuramente il più popolare e diffuso erbario della seconda metà del Cinquecento’ (Govi, I Classici che hanno fatto l’Italia, Milano, 2010). Mattioli morì di peste al rientro a Trento nel 1578, ma la sua fama resta imperitura e il botanico Robert Brown classificò il genere di piante Matthiola proprio in suo onore.

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