Nacque a Parma da Giammarco attorno alla metà del sec. XV (e certamente prima del 1459, perché da quell'anno ha inizio il Registro dei battezzati della città, in cui il suo nome non appare) e morì a Parma il 28 ott. 1511.
Quella dei Baiardi era una famiglia parmense di antica nobiltà: ad essa appartennero nel sec. XIV Giberto, alle cui cure di precettore il Petrarca aveva affidato il figlio Giovanni, e nel sec. XV uomini d'arme e di Chiesa, che spesso ebbero cariche politiche e parteciparono alle lotte tra le varie fazioni (dei Pallavicino, dei Rossi, dei Correggio, dei Sanvitale) in cui era divisa la città. Anche Andrea, che fu a capo della ricca casata da cui dipendevano i feudi del contado, prese parte alla vita politica: fu tra gli Anziani del Comune e devoto di Ludovico il Moro che nel 1499 lo creò "cavaliere aurato", forse anche in considerazione della sua grande abilità di giostratore.
La somiglianza del nome con quello del Boiardo non mancò di creare confusioni e abbagli, motivati anche da certa affinità ideale che accomuna in qualche modo i due scrittori (l'esaltazione dell'armeggiare cavalleresco, una certa aristocraticità feudale), come da certo parallelismo esterno fra la loro opera letteraria, imperniata in entrambi i casi su un canzoniere petrarchesco e un romanzo in ottave.
Informazioni parziali tratte dal DBI, cui si rimanda per i più curiosi!
OPERE DISPONIBILI DI Baiardi Andrea
Nacque a Parma da Giammarco attorno alla metà del sec. XV (e certamente prima del 1459, perché da quell'anno ha inizio il Registro dei battezzati della città, in cui il suo nome non appare) e morì a Parma il 28 ott. 1511.
Quella dei Baiardi era una famiglia parmense di antica nobiltà: ad essa appartennero nel sec. XIV Giberto, alle cui cure di precettore il Petrarca aveva affidato il figlio Giovanni, e nel sec. XV uomini d'arme e di Chiesa, che spesso ebbero cariche politiche e parteciparono alle lotte tra le varie fazioni (dei Pallavicino, dei Rossi, dei Correggio, dei Sanvitale) in cui era divisa la città. Anche Andrea, che fu a capo della ricca casata da cui dipendevano i feudi del contado, prese parte alla vita politica: fu tra gli Anziani del Comune e devoto di Ludovico il Moro che nel 1499 lo creò "cavaliere aurato", forse anche in considerazione della sua grande abilità di giostratore.
La somiglianza del nome con quello del Boiardo non mancò di creare confusioni e abbagli, motivati anche da certa affinità ideale che accomuna in qualche modo i due scrittori (l'esaltazione dell'armeggiare cavalleresco, una certa aristocraticità feudale), come da certo parallelismo esterno fra la loro opera letteraria, imperniata in entrambi i casi su un canzoniere petrarchesco e un romanzo in ottave.
Informazioni parziali tratte dal DBI, cui si rimanda per i più curiosi!