Lidia Morelli, Le Massaie contro le Sanzioni, Torino, S. Lattes & C. - Editori, 18 novembre 1935.

Autarchia, Propaganda e Necessità Patria in Cucina!
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1935
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1935

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Lidia Morelli, Le Massaie contro le Sanzioni, Torino, S. Lattes & C. – Editori, 18 novembre 1935.
205×150 mm. Pagine 81, [3]. Brossura editoriale stampata a colori. Minima brunitura alla brossura ma ottimo esemplare.

Edizione originale di questo manualetto per la massaia perfetta sintesi dei dettami del regime in risposta alle prime sanzioni economiche. Vi siete mai chiesti come fronteggiò il governo fascista le Sanzioni? Come preparò Mussolini il popolo italiano all’atto pratico di un repentino e vasto cambiamento delle qualità, quantità e tipologie di approvvigionamenti vitali, anche e soprattutto da un punto di vista del cibo? Come far fronte all’embargo ed al blocco navale delle coste pattugliate dall’Inghilterra con le corazzate Nelson e Rodney, con gli incrociatori Orion, Leander, Neptune, Gyge, Wesse, Veroy, Geva, Valorous, Exeter, Aiax, con i cacciatorpedinieri Kempenfelt, Comet, Crescent, Faulknor, Fearless, Fortune, Fame, Forester, Foxhound, Firedrale, Foreight, Froy e con i sottomarini Titania, Seawolf, Snapper, Sturgeon, Swordfish, Oberon, 123, 126 e 127, con il naviglio di supporto e con la portaerei Furious?

Semplice: Autarchia, Propaganda e Necessità Patria. Ingredienti da mescolarsi così, e non necessariamente in quest’ordine: bisogna utilizzare solo e soltanto quello che produciamo e se non è abbastanza dobbiamo farcelo bastare perché lo richiede la Patria. Il boccone è poco ed è amaro, ma la pillola va giù se pubblicizzata dai nomi più conosciuti dal pubblico e se quel poco che produciamo lo pubblicizziamo come il cibo migliore del mondo. In questo, possedere una delle migliori macchine di propaganda del periodo aiutava di certo!

Non vi esempio migliore della commistione delle tre cose che un ricettario, per l’esattezza questo Le Massaie contro le sanzioni di Lidia Morelli, stampato e fatto circolare il 18 novembre 1935, stesso giorno dell’entrata in vigore delle sanzioni – o assedio societario, per dirla come il Duce. La prefazione è incentrata sul concetto di Necessità Patria, anche in casa, soprattutto in cucina! I titoli dei capitoletti spiegano meglio di qualunque parafrasi l’aria che tirava in Italia: Prodotti esotici e manìe di esotismi; Non compriamo prodotti stranieri; Noi non aboliremo tutto il divertimento; Noi non aboliremo l’eleganza; Nel nostro Paese non regna la carestia; Non sciupate il pane; Non buttate via nulla.

Altrettanto espressiva la conclusione del volumetto, difficilmente attribuibile alla penna della sola Lidia Morelli: ‘Qui finisco. Ma non prima di desiderare con tutta l’anima che ogni massaia vesta di rosa con spirito gioioso questo opuscolo grigio. Obbedire, resistere, combattere. Ma anche cantare. Ma anche ridere. Anche, ridere un po’ senza rispetto di chi vorrebbe farci piangere. Sapete come si traduce in francese strangolare? Ètrangler (etre anglais…). Ma, grazie a Dio, non siamo pulcini che quei signori ci possano strangolare con due dita’.

Di particolare interesse storico la lista completa degli ingredienti e dei prodotti di cui ridurre l’uso: “Carne di vitello; vitellino di latte; manzo; bue”; e la lista di quelli da eliminare completamente dalle dispense italiche: “Caviale; liquori inglesi e scozzesi (bando al gin e al whisky!); terrinette o tubetti di fegato grasso, di selvaggina, di aringhe, di prosciutto (potted-ham) per la preparazione di tramezzini (sandwiches); Estratto vegetale inglese Marmit… Senape inglesi, sottaceti inglesi, avena scozzese, prosciutti affumicati di York, tubetti di pasta di acciughe, acciughe e tonno sott’olio di Spagna e Portogallo, aringhe e merluzzo; formaggi olandesi e inglesi, biscotti inglesi, cioccolato svizzero, confetti inglesi, uva secca di Corinto e di Malaga, frutta estera di qualunque tipo, farine estere…”. Ed innumerevoli altri, praticamente qualunque cosa non prodotta in Italia, o prodotta in Italia ma in quantità limitata…

E fra i cibi da prediligere? Eccoli qua, pochi ma italici e con relative, magnifiche proprietà nutritive: “Riso, riso, riso: sano, vitaminoso, gustoso e nutritivo se ben cotto e ben condito; ingrediente di cento e cento minestre, pietanze, dolci. Ceci, lenticchie, fagioli: farinacei che tengono provvidenziale luogo della carne, senza possederne le tossiche purine. Castagne: fresche, secche, ridotte in farina da consumare in polente, necci, castagnacci e torte. Polenta, che a gran torto si crede da tanti rustica e non nutriente; mentre da igienisti fu ed è provato che bastano una fetta di polenta e una di formaggio a costituire insieme un cibo completo. Pomodori, freschi e in qualsiasi preparazione: salse dolci e piccanti, conservati interi; già fu detto del loro massimo valore alimentare e terapeutico. Tutti gli ortaggi: se freschi, mangiati preferibilmente crudi, o con pochissima cottura ad acqua nulla o scarsa; se conservati (specie piselli, fagiolini, peperoni) in gran copia durante le stagioni di produzione mancante. Pollame. Pesce fresco dei nostri mari, laghi, fiumi. Tutti i nostri formaggi, secchi e freschi. Dare a quest’ultimi la precedenza; sostituirli in grande abbondanza all’alimentazione carnea Dolci casalinghi di pochi e semplici ingredienti: farina, zucchero, ova, burro Uso sobrio di caffè, non perchè sanzionato ma perchè estero e costoso“.

Nella stessa opera la Lidia Morelli, cuoca celebre ed al cui nome sono legate ricette di gran complessità e ricchezza, propone interi pasti caldi e freddi, con prodotti autarchici e conditi di Necessità Patria. Da un passato di ricette d’altissima gastronomia ad una cucina di sussistenza: dalla belle époque alle Sanzioni: “Ecco un esempio di pasto caldo: Riso in bianco – Un quarto di pollo lesso – Sedani al sugo”. Chiara qui l’Autachia e la Necessità Patria…

Ed ecco come la brava massaia dovrebbe prepararli: “Si cuoce, la sera, un pollo, e si lascia nel suo brodo. Si lessano i sedani, e si insaporiscono nel burro o nel sugo di carne. La mattina presto, prelevato circa mezzo litro di brodo, vi si fanno cuocere gr. 150 di riso vialone. Assorbito il liquido in cottura normale, si condisce con una buona noce di burro fresco e una cucchiaiata di formaggio grattugiato. Frattanto, si riscalda a parte il quarto di pollo della porzione, nel brodo rimasto. Si rimettono al fuoco i sedani, che non saranno che migliori, se si lascieranno un pochino gratinare. Si chiudono questi cibi, caldissimi, nel recipiente o nei recipienti isolanti.

E la propaganda? Eccola: “Rappresenta, questo, un tipo di alimento completo, nutritivo e leggero, dopo il quale non occorre più che una porzione di buon formaggio nostrano non fermentato, o una sostanziosa banana delle nostre Colonie”7. Prezzo complessivo del pasto? L. 3,50, banana inclusa

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